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LA STORIA

La Sagra del Redentore, è stata istituita a Nuoro all’inizio del Novecento in occasione della collocazione della statua bronzea del Redentore sulla cima del Monte Ortobene.

Alla fine del 19° secolo, in occasione del giubileo sacerdotale di Papa Leone XIII°, lo stesso Papa espresse il desiderio di iniziare il nuovo secolo innalzando, sulle cime di diciannove Regioni d’Italia altrettanti monumenti a Cristo Redentore, uno per ciascun secolo di cristianità e il ventesimo in onore di Leone XIII.

Alla fine del luglio 1899 il presidente del Comitato vaticano cardinale Domenico Jacobini comunicò la scelta della diocesi di Nuoro direttamente al Vescovo Monsignor Salvatorangelo Demartis. Un comitato esecutivo locale costituito da quaranta membri, la cui presidenza onoraria fu affidata allo stesso vescovo, mentre l’organizzazione generale al canonico Pasquale Lutzu, si occupò di definire le caratteristiche dell’opera e di reperire i fondi necessari.

Attraverso sottoscrizioni sostenute dalla stampa sarda e al ricavato di una lotteria si riuscì a raccogliere la somma di L. 13.825.55.

Alla campagna di sensibilizzazione per la raccolta fondi partecipò anche la scrittrice Grazia Deledda scrivendo una lettera al quotidiano L’Unione Sarda pubblicata nel luglio 1901.

La statua del peso di 18 quintali e dell’altezza di 7 metri, venne fusa a Napoli, città dove l’autore risiedeva; divisa in tre parti fu trasferita a Cagliari a bordo del piroscafo “Tirso” e di lì condotta a Nuoro con il treno della Compagnia ferroviaria reale dove giunse il 19 agosto 1901.

Il trasporto sul monte Ortobene, fu possibile grazie a robusti carri a buoi messi a disposizione dai contadini nuoresi. Grande impresa fu il trasporto e il montaggio dei pesantissimi pezzi sul piedistallo che doveva ospitare la statua. I lavori si conclusero la mattina del 29 agosto quando già una folla di 8.000 fedeli risaliva il Monte per la cerimonia inaugurale.

Alla festa inaugurale non presenziò lo scultore Vincenzo Ierace, colpito da un gravissimo lutto, era morta la moglie Luisa. Nel 1905, in omaggio allo scultore, venne posta ai piedi della scalinata una lapide in memoria della moglie Luisa scritta da Grazia Deledda nel 1902 che recita:

Donne nuoresi, candidi
vecchi, pastori erranti,
lavoratori spersi nella vallata aulente,
a voi tutti che al cerulo
cadere della sera, volgete gli occhi oranti
verso l’immenso altare dell’Ortobene,
e al bronzeo Redentore sorgente
fra fior di rose nuvole
offrite il vostro cuore,
ricordatevi la tenera donna
che là, oltre il mare
per voi ispirò l’artefice,
ed or sciolta dai veli
mortali, eletto spirito
oltre i lucenti cieli
offre il fior della preghiera al Redentore

Era nata, al di la della retorica, la festa del Redentore, destinata negli anni a diventare una delle più importanti manifestazioni religiose ed insieme turistiche della Sardegna, in un susseguirsi di alterne vicende direttamente connesse al rapido processo di trasformazione di Nuoro da piccolo borgo di pastori e contadini in capoluogo della terza provincia dell’Isola istituita dal regime fascista nel 1926.

Lo stato fascista interviene direttamente nella organizzazione del tempo libero e festivo attraverso l’Opera Nazionale Dopolavoro e dunque anche della festa del Redentore.

I segni del nuovo assetto sociale incisero sulle manifestazioni tradizionali e sui programmi; i festeggiamenti “civili” del 1935 per esempio compresero sia manifestazioni tradizionali quali i canti popolari, i fuochi d’artificio, le corse di cavalli, i concerti bandistici, che una serie di iniziative di taglio diverso; ma soprattutto si istituivano la Sagra del costume e la sfilata del corteo dei costumi regionali. Tutti coloro che avessero potuto raggiungere Nuoro avrebbero usufruito di ribassi del 50% sulle tariffe ferroviarie.

In questo modo la festa assunse grande rilevanza turistica fino a rischiare di perdere quello spirito religioso per la quale era nata, questa trasformazione creò non poche preoccupazioni nelle autorità ecclesiastiche.

Con un compromesso si riuscì a superare l’imbarazzante confusione tra sacro e profano, i gruppi in costume vennero invitati a partecipare ad una breve processione religiosa sull’ Ortobene, dopo la Messa all’aperto del 29 agosto, scindendo le manifestazioni folk da quelle più strettamente religiose, si decise di dedicare alla festa due diverse giornate, una in città dedicata alla sfilata dei costumi tradizionali e al festival regionale del folklore e l’altra riservata alle cerimonie religiose e alla sagra sull’Ortobene.

Ancora oggi la Sagra del Redentore, divenuta un imponente festa popolare fra le più importanti dell’isola e del Mediterraneo, tra riti religiosi e folkloristici, tra la città e l’Ortobene, vede coinvolta tutta la Città di Nuoro e migliaia di fedeli e turisti che assistono curiosi a una delle più grandi e suggestive manifestazioni della nostra terra, la Sardegna.